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Immagine del redattore Paolo Cosseddu

A volte ritornano


Qualcuno si è risentito per il post di Ossigeno di qualche giorno fa in cui scherzavamo sulla partita di beneficenza a cui ha partecipato la nazionale dei politici. Eppure, e non ce lo siamo sognato, sui social erano in molti a dirsi un po’ straniti nel veder dare tanta confidenza a La Russa e soci, e di reazioni tra il perplesso e lo sconcertato in particolare alla foto dell’abbraccio fra Renzi ed Elly Schlein se ne possono trovare ancora oggi. Certo, come ha scritto qualcuno, sarebbe bello se la nostra fosse una democrazia normale, in cui si pensano cose diverse ma ci si rispetta e ci si riconosce: ma non ci risultava che le cose stessero così, visto che ci hanno raccontato di una deriva fascista fino al giorno prima e nel caso, come altri hanno ricordato, difficilmente Matteotti sarebbe sceso in campo con Mussolini, in ogni senso.

 

Se però invece le cose non stanno così, se in fondo ci si scontra sul piano dialettico ma si fa tutti parte di una sola grande chiesa tipo quella che cantava Jovanotti, ma che invece di andare da Che Guevara a Madre Teresa va da Delmastro a Cuperlo, allora sorge il dubbio che il dibattito politico sia finto, e che si presti a ritrovarsi più che nel calcio magari nel wrestling. Il wrestling infatti, come è noto, è messo in scena, segue addirittura una trama prestabilita. In Paesi come il Messico o il Giappone assume contorni misteriosi e melodrammatici, mentre negli Stati Uniti ovviamente è esagerato, è un luna park. Richiede un certo atletismo (provate voi a essere dei cristoni di due metri per 150 chili e fare certe acrobazie), e la politica pure, anzi di più. I lottatori si dividono tra “face”, ovvero i buoni, e “heel”, i cattivi, e nel corso della loro carriera in genere arriva un momento in cui fanno “turn”, ovvero passano da buoni e cattivi e viceversa. È anche un modo per ringraziare gli “heel” per tutti gli anni in cui si sono presi i fischi, e far finire la loro carriera in gloria, e per fare in modo che i “face” restituiscano in qualche modo il beneficio della popolarità che il ruolo gli ha portato.

 

Ecco, in politica il passaggio non è forse altrettanto palese, ma in compenso si verifica continuamente: e così può capitare che in campagna elettorale se ne dicano di tutti i colori esponenti di partiti avversari che fino al giorno prima hanno governato insieme, magari nello stesso ministero. Che si rinfaccino le cose fatte male, o non fatte, che però al limite non avevano fatto insieme, a esser sinceri. E non si tratta di eventi eccezionali: era così composto il Governo prima di questo, potrebbe tranquillamente esserlo il prossimo - qualcuno di sicuro ci sta già lavorando da tempo - e lo erano tutti quelli della precedente legislatura, compreso quello con Pd e M5S malgrado il tentativo di spacciarlo per progressista. Superando in scioltezza il wrestling, in politica non solo i personaggi si trasformano di botto da buoni a cattivi, ma persino le idee: e quindi oggi la sinistra si mobilita per un referendum contro l’autonomia differenziata, che è stata resa possibile dalla riforma del titolo V voluta dalla sinistra, e c’è un referendum contro il jobs act sostenuto dal Pd, che è il partito che lo ha introdotto. Va bene, dirà qualcuno, ma all’epoca c’era Renzi, adesso non c’è più. Ecco, appunto: sicuri? Non tanto per l’abbraccio in campo, che poteva essere dettato dal momento, ma il fatto è che non sembra volersi più staccare, e chi più di lui che arriva da una lunghissima carriera di cattivo è adatto per fare un “hard turn” (l’ennesimo, per inciso)? È perfetto, e leva anche dall’incomodo tutti quelli, tantissimi che stavano con lui ai tempi e oggi fanno finta di non ricordarsene.

 

Anzi, a questo punto perché fermarsi a Italia Viva? Dopotutto, i malumori di Pier Silvio e Marina Berlusconi verso Meloni e Salvini sono noti, non hanno nemmeno apprezzato la dedica dell’aeroporto di Malpensa, quei due ingrati, e si dicono pronti ad aprire sui diritti civili. Scommettiamo che se dovessero mollare la destra subito nel Pd qualcuno li guarderebbe con interesse? Dopotutto, si tratta di mettere insieme gente che ha già governato insieme non una ma più volte, insomma che si conosce bene, benissimo, da una vita: solo che è la nostra.

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