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Immagine del redattoreFranz Foti

Cannabis, Biden grazia migliaia di condannati


In un gesto pressoché senza precedenti, ieri il Presidente Biden ha concesso la grazia a tutte le persone condannate per possesso di cannabis a livello federale e nel distretto di Columbia, dal 1970 a oggi.

Sono ormai decenni che negli Stati Uniti è in corso un processo di sostanziale legalizzazione del consumo di cannabis, che è ormai legale in molti stati e depenalizzato in molti di più. Ciò nonostante, a livello federale non si era mai realmente intervenuti su questo tema, e mai con questa forza. Biden ha infatti dichiarato che vorrebbe vedere i governatori di tutti gli stati dell'unione fare lo stesso, ed ha anche detto che è giunto il momento di rivedere la classificazione federale delle droghe, che oggi pone la cannabis sullo stesso piano dell'eroina e del LSD, e persino in una categoria più pericolosa del fentanyl, una sostanza tra i principali protagonisti dell'epidemia da oppiacei che sta affliggendo gli USA.


Certo, la grazie non si applica a tutte le persone che hanno ricevuto condanne per spaccio e vendita di questa sostanza, né la maggior parte dei carcerati per possesso, che lo sono a causa di leggi dei singoli stati, e quindi fuori dalla giurisdizione del presidente, ma ciò nonostante si tratta di un provvedimento che riguarda migliaia di persone: basta fare un giro tra i commenti sotto ai tweet con cui Biden ha anticipato questo provvedimento, per leggere decine di storie di persone le cui vite sono state rovinate da episodi con la legge di questo tipo, e che per questo da anni non hanno accesso al voto, a posti nel pubblico impiego, e tutta una serie di diritti sociali e politici. Secondo le stime dei media d'oltreoceano, si tratta di più di 6mila individui tenendo solo conto delle condanne emesse tra il 1992 e il 2021.


Ciò nonostante, come già detto, la maggior parte delle persone condannate per possesso di cannabis negli USA - che sono quasi tutte vittime delle leggi dei propri stati, continueranno a rimanere in carcere o vedersi privati dei propri diritti civili - per lo meno fino a quando non sarà il Congresso a intervenire con una legge federale che finalmente legalizzi la cannabis su tutto il territorio degli Stati Uniti - ma quello di Biden resta un passo gigantesco nella giusta direzione, in piena risposta a quanto chiestogli solo un paio di mesi fa in una lettera aperta firmata da figure storicamente a favore della legalizzazione come Bernie Sanders, Elizabet Warren, AOC e la sua squadra e molte e molti altri esponenti del progressismo USA.


Inutile nascondersi che con ogni probabilità il Presidente spera che questa mossa abbia anche ricadute immediate in termini di consenso in vista delle imminenti elezioni di medio termine.


D'altronde, come spesso accade, la satira aveva previsto tutto. La testata satirica The Onion - una sorta di antesignano a stelle e strisce del nostro Lercio - già mesi aveva infatti titolato:

«Preoccupazione nell'entourage della Casa Bianca: i bassi numeri nei sondaggi potrebbero spingere Biden a fare qualcosa di drasticamente popolare».


Speriamo sia solo la prima di altre sorprese che il buon vecchio Joe ci riserverà da qui all'8 novembre.







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