Non è difficile ammetterlo: come avrete capito noi di Ossigeno abbiamo un debole per il ministro Lollobrigida.
Impossibile resistere a un personaggio che, se lo trovassimo in un romanzo, ce lo farebbe catalogare nemmeno tra la satira, ma nel grottesco, perché a metterle sulla carta le sparate che offre non sembrerebbero credibili a nessuno. E invece.
Più che la qualità - altissima, intendiamoci - delle cretinate che spara, stupisce la quantità: ormai va avanti per progressione geometrica. In neanche due anni siamo già ad almeno una al giorno quando non due, a breve sarà una all’ora, ci saranno canali tematici dedicati a lui.
Ieri, infatti, non pago delle dichiarazioni incredibili della mattina sul pestaggio di chef Rubio, la sera è tornato nel campo della ristorazione ma per invocarne il potere pacificatore: «quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?», ha dichiarato a margine degli internazionali di tennis di Roma, parlando dell’importanza della convivialità (sic - anzi sick).
Impossibile resistere, dicevamo, e infatti ci starebbe un pezzo per commentare la vicenda invocando un rimpasto (pun decisamente intended) di governo con la nomina alla difesa di Antonino Cannavacciuolo, che ci sembra molto più appropriato di Crosetto. E magari invece del produttore di proiettili Fiocchi, alle europee era meglio candidare Giovanni Rana, (piaceva per ovvi motivi il marchio Fini, ma è di un fondo di investimento).
Ci sarebbe piaciuto anche andare al cuore del problema, e invocare per Ucraina e Palestina l’intervento del maggiore esperto di convivialità in Italia, Alessandro Borghese, che dopo settordici stagioni di 4 ristoranti ha organizzato più cene di chiunque altro al mondo, ma anche qui non vorremmo che la nostalgia di un altro Borghese - quello che invece si intendeva di guerre, e di golpe - avesse la meglio del nostro ministro.
Soprattutto, comincia a venire il dubbio che questa fonte inesauribile di minchiate, questo meme vivente, sia una - per quanto involontaria - arma di distrazione di massa. Non vorremmo che l’attenzione dell’opinione pubblica venisse catalizzata eccessivamente dal flusso di pensiero senza alcun filtro cui Lollobrigida ci sta abituando, a scapito di un governo che in 19 mesi, come più volte qui abbiamo raccontato, non ha prodotto che qualche mancetta elettorale e si è rimangiato la quasi totalità delle sue promesse populiste - una su tutte? Quelli che dovevano togliere le accise le hanno aumentate e ora dicono di volerle mettere anche sulle ricariche delle auto elettriche (!) -, mentre ha occupato manu militari il servizio pubblico, trasformato i telegiornali Rai in megafono della maggioranza, represso nella violenza qualsivoglia forma di dissenso organizzato, tacciato di “censura” la normale contestazione; si appresta a minare l’indipendenza della magistratura, varare una riforma costituzionale che esautora il capo dello stato e approvare una riforma delle autonomie regionali che farà saltare ogni barlume di coesione territoriale; intende portare al governo dell’Europa i peggiori fascisti che si siano visti da 80 anni a questa parte.
Ecco, di fronte a tutto questo improvvisamente viene un po’ meno voglia di ridere, persino di fronte all’ennesima “gaffe” (ma quale gaffe?) di Lollobrigida. La prossima arriva tra 5, 4, 3, 2…
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