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Immagine del redattoreFrancesca Druetti

Le Olimpiadi più LGBTIQ+ di sempre

Vi è mai capitato di sentire qualcuno di destra gridare allo scandalo e di pensare immediatamente “Ma volesse il cielo?” per poi scoprire che ovviamente si tratta di una situazione immaginaria fatta apposta per fomentare l’indignazione? Ecco, a noi sì, quindi abbiamo pensato di farne una rubrica: cose che la destra dice che sarebbe bellissimo se fossero vere.

Se oggi provate ad andare sul profilo X di Umar Kremlev, vi apparirà una schermata che dice “Attenzione: questo account è temporaneamente limitato” e “Vuoi davvero proseguire?”. Considerando quanto è difficile convincere X a prendere in considerazione le segnalazioni, viene da chiedersi cosa abbia mai fatto per guadagnarsi la limitazione. Però vale la pena di proseguire, perché ci si trova subito davanti a dichiarazioni interessanti. Come questa: “I Giochi Olimpici del 2024 sono pura e semplice sodomia e distruzione dei valori tradizionali in tutto il mondo e Thomas Bach è il responsabile”. Nel video allegato, Kremlev ci mette anche il demonio e chiama Thomas Bach “il capo dei sodomiti” (c’è una classifica anche per questo, evidentemente).

Ora, della cerimonia di apertura con le drag e Dioniso abbiamo già letto tutto. Tom Daley che torna a vincere una medaglia olimpica con marito e figli in tribuna lo abbiamo visto tutti. Alice Bellandi che bacia la compagna dopo aver vinto l’oro è stata su tutti i giornali.

Se questo significa che le Olimpiadi sono “pura e semplice sodomia”, e cioè che possiamo goderci uno spettacolo fatto dai e dalle migliori performer al mondo (a proposito, li abbiamo distratti con Dioniso e Gesù per non far notare troppo Lady Gaga, evidentemente), e che atleti e atlete possono essere e baciare chi vogliono, alla luce del sole, invece di nascondersi, beh, allora applausi, champagne, grazie Kremlev del contributo.

Però è veramente così? Intanto, siccome stiamo facendo a pezzi da giorni la carriera e la vita di un’atleta algerina che ormai, anche se vincesse l’oro, sarebbe nell’occhio del ciclone di una polemica che coinvolge tutti i pezzi da novanta della peggiore propaganda, da Trump a J.K. Rowling (nonostante Khelif sia una donna intersex e non trans, ma a chi importa la realtà quando si può fare casino sulla pelle delle persone), mi permetto di avere dei dubbi.

Ma non stavamo aspettando la polemica del momento per avere qualche appunto alla teoria di Kremlev. Grindr ha “spento” la geolocalizzazione per il villaggio olimpico di Parigi (e alcune altre funzioni), come anche nel 2022, per evitare che si possa fare outing agli atleti ancora non dichiarati, che potrebbero pagarne le conseguenze al ritorno in patria. Questo ci dice, per esempio, che continuiamo senza problemi a fare concorrere paesi i cui atleti non possono vivere apertamente per proteggere la propria incolumità, compresi i sette in cui ancora è prevista la pena di morte per l’omosessualità: Arabia Saudita, Iran, Afghanistan, Somalia, Mauritania, Emirati Arabi, Yemen. Hanno sfilato con gli altri sulla Senna, nella cerimonia che è stata, ricordiamolo “pura e semplice sodomia”: Kremlev non è stato molto carino a non avvertirli prima, non si fa così, vatti a fidare. Nella stessa Algeria, che se stessimo ad ascoltare le scempiaggini di questi giorni dovrebbe essere la nuova patria dell’”estremismo trans”, dell’ideologia”woke” e di tutta una serie di cose che non esistono, l’omosessualità è reato ed è punibile col carcere.

Insomma, se questa è l’Olimpiade che ha soppiantato i “valori tradizionali” con la sodomia, forse Thomas Bach non sta facendo questo gran lavoro, ci pare.


Ah, a proposito, facciamo solo un passo indietro. Ma chi diavolo è Umar Kremlev, vi starete chiedendo? Buona domanda. È il Presidente dell’International Boxing Association o IBA. Vi suona familiare? Ma certo, è proprio la federazione che ha prima accettato e poi bandito Imane Khelif sulla base dell’ormai “famoso” test sui livelli di testosterone. La stessa IBA che non è più affiliata al CIO per via di una serie di scandali e preoccupazioni, decisione maturata dopo diversi richiami, proprio in corrispondenza dell’ascesa di Kremlev, che tra le altre cose ha spostato la sede dell’IBA dalla Svizzera alla Russia. Unico sponsor dell’IBA? Gazprom. Troppo anche per il CIO, insomma.


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