È tutto un referendum, dal Jobs act (con soli 10 anni di ritardo) all’autonomia differenziata che risponde alla prima riforma del governo Meloni, per arrivare a quello che ci sarà se il cosiddetto premierato verrà approvato – e sarà in quel caso un referendum costituzionale.
L’unico referendum di cui non si parla, guarda un po’, è quello per la riforma del sistema elettorale, il maledetto Rosatellum, che è stato promosso da un comitato indipendente.
Lo trovate sul sito www.iovoglioscegliere.it: i quesiti sono molto semplici, potete firmare con lo Spid e tentare di cambiare le cose. Per ora i partiti sono rimasti molto silenziosi, anche perché il sistema elettorale così concepito – nel 2017, quando la maggioranza era di “centrosinistra” – fa comodo a tutti e tutti ne hanno abusato nelle due precedenti tornate elettorali. Eppure è dal cambiamento della legge elettorale che le cose cambiano, perché sembra un fatto tecnico ma è un fatto politico. Di più, di vera e compiuta cittadinanza.
Nel paese dell’astensionismo, di cui si parla per pochi giorni e con un tasso di ipocrisia sempre crescente, subito dopo aver registrato l’ennesimo record (in negativo), nel paese della disaffezione politica e della crisi dei partiti, è uno strumento decisivo.
Firmate e fate firmare.
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