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Immagine del redattoreDaniele Soffiati

Lollobrigida e il granchio blu, capolavoro surrealista


[Con questo post diamo il benvenuto sul blog di Ossigeno a Daniele Soffiati, autore e conduttore del podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata]


Solo a noi pare un po’ confuso Francesco Lollobrigida mentre parla davanti al telefonino con un granchio blu in mano e la pentola sul fuoco?

Il messaggio su instagram del ministro della sovranità alimentare è un capolavoro, oseremmo dire, surrealista.


Proviamo a far chiarezza e a mettere in fila i concetti. Il cognato di Giorgia parte raccontando di aver comprato i granchi “in una bella pescheria barese”, per poterli gustare e proporre "a tutti quelli che vorranno aiutarci a diminuirne la presenza nei nostri mari”. Come sappiamo, il crostaceo Callinectes sapidus, detto anche “granchio blu”, autoctono delle coste atlantiche del continente americano, sta in effetti invadendo le acque italiane.


Che fare per affrontare questa situazione? Lollobrigida dapprima ci spiega che Blu ha «grandissime proprietà ed è ottimo per la sua carne». Insomma, visto che il granchio non è minacciato da predatori naturali, dice il ministro, spetta a noi il compito di mangiarlo, spiegando a tutti che è proprio buono! Ma questo non è un problema, non dobbiamo preoccuparci: i nostri nutrizionisti e i nostri chef ci stanno consigliando tante «preziose ricette»!


Intendiamoci però: dobbiamo sì mangiare ogni granchio per disinfestare i nostri mari, ma «come ogni animale» Blu «va ovviamente rispettato».


Però in fondo bisogna pur ricordare che 'sto granchio «non viene dai nostri mari» (insomma, è un extracomunitario) e inoltre «si radica e si sviluppa con una riproduzione esponenziale» (questo occupa le nostre case e scopa pure troppo!).


Insomma dai, è insostenibile per il nostro ambiente. In conclusione allora, dice il ministro, «grazie a tutti coloro che ci daranno una mano a raccoglierlo». Per liberarcene, verrebbe da capire (come se potessimo disinfestare i mari con la buona volontà mangereccia). Invece no! Così dice esattamente il ministro: «grazie a tutti quelli che ci daranno una mano a raccoglierlo implementando uno sviluppo e una produzione nuova» (?!), »e a tutti quelli che sapranno consigliarne i modi di cucinarlo». Sipario.


Una cosa è certa: il ministro – strenuo difensore delle “secolari” origini gastronomiche nostrane – sta creando una nuova tradizione per la cucina italiana!

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