Se un domani un ministro di un governo immaginario raccontasse che il suo pizzicagnolo di fiducia gli ha detto che il prosciutto crudo fa venire il cancro, e che è meglio consumare insaccati di carne di cinghiale, immediatamente il consorzio del crudo di Parma lo porterebbe in tribunale e gli farebbe un mazzo così. Se spiegasse che secondo suo cuggino – con due “g” – la carbonara si fa coi wurstel e la besciamella, verrebbe direttamente espulso dal consesso civile, abbandonato su un atollo con mezza minerale e una pistola con un colpo solo, e lasciato al suo destino.
Per qualche ragione che evidentemente sfugge ai più, invece, Matteo Salvini può tranquillamente dire, dopo una tragedia come quella di Mestre, che ha sentito alcuni vigili del fuoco e che secondo loro i mezzi elettrici vanno a fuoco più facilmente di quelli a combustione: laddove la parola stessa “combustione” dovrebbe costituire un indizio che non ci vuole Benoit Blanc per coglierlo, ma questo a Salvini non interessa e quindi conclude che “una riflessione andrebbe fatta”. Ma non prima di dire le cose, no: dopo. Può anche dire che una giudice non può andare a una manifestazione, anche se questa però non è una cosa che gli ha segnalato suo cuggino, oppure può esser stato contro il ponte sullo Stretto per poi diventarne sponsor, ma solo perché nel frattempo suo cuggino ha cambiato idea. Niente di strano, nessun complotto, succede.
Lo sappiamo bene, del resto noi di Ossigeno e attraverso diversi titoli pubblicati da People da anni ci occupiamo di complottismo, fenomeno che ha conosciuto il suo massimo splendore durante la fase del Covid ma che in realtà è sempre esistito, e in particolare di recente covava sotto le ceneri del fu buon senso comune, in attesa solo di una scintilla che lo facesse divampare.
Ma quello di Salvini non è esattamente complottismo, così come non lo sono le molte strampalate dichiarazioni che il Governo di cui fa parte snocciola con frequenza. Magari ne è il frutto, una specie di versione edulcorata e più popolare, più simile alle leggende metropolitane, alla superstizione, o più banalmente alla negazione dell’evidenza. L’evidenza, almeno finché non si incarna qualcuno alla Harry Potter a dimostrare sventolando una bacchetta di frassino che l’acqua non è bagnata, quella ci verrebbe dal metodo scientifico. Significa che, prese tot auto a benzina e tot auto elettriche, monitorate nel corso di un variegato impiego, si vede quali danno problemi, e di che tipo, e quali no, e tanto basta. Cambiando esempio, prese tot famiglie arcobaleno e tot famiglie tradizionali, si osserva lo sviluppo dei relativi figli e si chiarisce se effettivamente sussiste una differenza tale da giustificare interventi, oppure no. Presi tot fumatori di cannabis e confrontati con chi non fuma e con chi invece si fa di crack, si esamina il loro stato di salute e si legifera di conseguenza. E così via. Non sarebbe bello, e tra l’altro anche sensato? No, a quanto pare non si può fare, perché se il cuggino di Salvini la pensa diversamente, allora come non detto.
Dire parole in libertà, infatti, si può. Dopo le dichiarazioni di Mestre, per esempio, era lecito farsi venire un dubbio: ma non si tratta di procurato allarme? Insomma, è legale andare in giro a dire che i veicoli elettrici prendono fuoco? E appunto, se si usasse lo stesso metodo in altri ambiti – non per forza più importanti, ma forse più sensibili - cosa succederebbe? La risposta alla prima domanda è che sì, evidentemente si può, parte un po’ di canea sui social che se va bene viene riportata dai giornali, e non da tutti - e non per forza per smentire, anzi – e poi la questione finisce lì. Miocuggino vince su tutto, miocuggino è sopra ogni legge, umana e fisica. Anzi, ammiocuggino: miocuggino topocane, miocuggino si è aperta la testa, come profeticamente cantavano Elio e le Storie Tese.
Ed è giusto così, visto che quella di Salvini non è nemmeno la reazione peggiore all’incidente, qualcuno infatti ha avuto come prima preoccupazione quella di chiedersi se l’autista fosse sierato, come dicono loro. E cosa gli vogliamo dire? Giusto due settimane fa uno che la pensava allo stesso modo è stato ospite di un programma Rai, quindi tutto bene. E non c’è modo di convincere questa gente del contrario. Allora forse bisognerebbe provare con un altro sistema: lasciamo perdere la discussione sulle batterie, è troppo complessa, persino ambigua visto che qualcuno potrebbe equivocare e farsi domande su Keith Moon, la cui morte nel 1978 forse non è stata indagata a sufficienza, anche se all’epoca i vaccini contro il Covid ancora non c’erano. No, bisognerebbe cambiare metodo, bisognerebbe chiedere a questa gente una cosa più semplice, del tipo: ma a voi, uno che peraltro è ministro e dopo un incidente del genere fa commenti di questo tipo, onestamente, non vi sembra un idiota? Di sicuro, la risposta sarebbe di gran lunga più semplice.
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