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Immagine del redattoreJessi Kume

Se questi sono esseri umani


Il 21 agosto un altro incendio ha colpito la Grecia nella zona di Evros. La zona prende il nome dal fiume che lo attraversa, un fiume che gode di una certa infamia. Evros è il fiume che funge da confine naturale tra Grecia e Turchia. Evros è dove le persone vengono respinte illegalmente. Evros è dove le persone vengono picchiate e violentate. Per paura di essere intercettate dalla polizia e subire la pratica illegale del respingimento e tutto il contorno di cui sopra le persone migranti sono solite nascondersi nei boschi circostanti al fiume. Proprio in questi boschi è avvenuto l’ultimo incendio. Almeno 18 persone hanno pagato con la vita la combinazione letale della crisi climatica e del regime dei confini.


Pensiamo forse che siano state spese delle parole di cordoglio, che addirittura qualcuno abbia pensato di chiedere scusa? No. Dopo l’incendio è stata messa in moto una vile propaganda fascista. Uno dei membri di estrema destra del parlamento greco, ha letteralmente incitato i cittadini ad organizzarsi e «arrestare i migranti illegali», dichiarando guerra all’immigrazione e incolpando i migranti per gli incendi, anche se le indagini danno per assodato che l’incendio sia stato causato da una tempesta. A seguito dell’appello razzista, gruppi di residenti locali si sono organizzati e hanno iniziato a cacciare le persone migranti. Dico letteralmente cacciare. Uno di questi “cacciatori” ha condiviso un video sui social network in cui mostra trionfante il risultato di quello che considera il suo bottino di caccia. Apre il portello di un rimorchio attaccato a un furgone e mostra un numero imprecisato di uomini catturati che guardano la telecamera. Li espone chiamandoli «pezzi» a cui lui «ha dato la caccia». «Le montagne ne sono piene», aggiunge.


La cosiddetta ala moderata del parlamento ha dato la colpa ai morti, come era successo qua in Italia dopo Cutro. Hanno detto sono morti bruciati perché hanno attraversato il confine illegalmente. Mentre magari il fatto che di fronte a un incendio le persone si siano nascoste nei boschi invece di cercare di mettersi in salvo dà un'idea della necessità che sentono di nascondersi per paura delle deportazioni.


A che punto siamo arrivati? È possibile che non si alzi una voce a riguardo, mentre stanno letteralmente cacciando esseri umani esponendoli come bottini di caccia. Qualcuno il cui pensiero oggi manca forse più che mai diceva «l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria». Se questa è la difesa dei confini in uno Stato europeo io vorrei perlomeno aggrapparmi alla speranza che noi cittadine di quest’Unione non siamo indifferenti. E con questo invito a parlare di quello che sta succedendo in Grecia, quello che succede da noi, sulla rotta balcanica e nel Mediterraneo. E parlarne soprattutto a chi crede che si possa vivere a due passi da questi confini chiudendo gli occhi e facendo finta di niente.

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