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Immagine del redattoreDavide Serafin

«Tassateci», dissero i ricchi

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Non è di certo la prima volta che accade, ma tant’è: una coalizione di milionari che prende il nome di Patriotic Millionaires UK ha inviato messaggi al ministro del Tesoro e alla Banca d’Inghilterra chiedendo al governo di applicare un’imposta del 2 per cento sulle ricchezze superiori a 12,5 milioni di dollari (potrebbero chiamarla Patrimoniale) con la finalità di finanziare parte della sanità pubblica del paese, anziché tagliare nuovamente tasse ai più ricchi.

Patriotic Millionaires UK ha espresso la propria preoccupazione riguardo i livelli estremamente bassi di equità fiscale nel Regno Unito e si è interrogata sul ruolo che dovrebbero avere i suoi membri, i super-ricchi viziati e coccolati dal sistema.


Ma, in fin dei conti, tutto si è risolto nella pubblicazione di un tweet in cui l’organizzazione ufficialmente si è espressa a favore di un maggior prelievo fiscale: "Caro Jeremy Hunt, il nostro sistema fiscale dovrebbe essere giusto. La “Dichiarazione d'Autunno” dovrebbe aumentare le tasse su di noi, i super ricchi. Lo vogliamo. La società lo vuole. Il nostro Paese ne ha bisogno. Tassare la nostra ricchezza e investire in una Gran Bretagna più forte e più sostenibile è la cosa più patriottica che si possa fare".

Il ministro Hunt aveva infatti annunciato, solo sette giorni or sono, il contenuto del cosiddetto “Autumn Statement”, appunto, la Dichiarazione d’Autunno. Si tratta di un atto del governo con cui viene fornito un aggiornamento dello stato dell’economia sulla base delle ultime previsioni dell’Office for Budget Responsibility (OBR), qualcosa di simile alla nostra “Nota di aggiornamento al DEF”. Le previsioni, denominate Prospettive economiche e fiscali (EFO), vengono pubblicate due volte l'anno, in occasione del Bilancio e della Dichiarazione autunnale.

Hunt ha confermato i prossimi tagli alle tasse personali, in particolare a favore dei lavoratori autonomi e che le agevolazione fiscali già previste per le imprese diventeranno permanenti. Il ministro ha intenzione di ridurre in parte la tassa di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, cancellando la cosiddetta Class 2 NICs, pari a 3.45 sterline per ogni settimana dell’anno. Una detassazione che pare, più che altro, simbolica.

Hunt è messo alle corde dal suo stesso partito che chiede un forte taglio alle tasse e così ha anche annunciato un taglio dei contributi sociali dal 12 al 10 per cento per 27 milioni di lavoratori dipendenti. Un risparmio medio di 450 sterline l’anno, non in grado di risollevare le sorti dei cittadini inglesi e che tuttavia peserà sul bilancio pubblico e a sfavore dell’erogazione delle prestazioni sociali. Per sostenere questa decisione, Hunt ha dichiarato che «se vogliamo che le persone si alzino presto la mattina, se vogliamo che lavorino di notte, se vogliamo un’economia in cui le persone fanno il possibile e lavorano sodo, allora dobbiamo riconoscere che il loro duro lavoro avvantaggia tutti noi», un distillato della solita retorica paternalista dei conservatori.


Ben 4,5 miliardi di sterline verranno erogati a favore del settore manifatturiero, in buona parte in sussidi alle imprese (quasi il 50 per cento è indirizzato verso l’industria automobilistica). Si tratta di cifre ben lontane da quanto ipotizzato da Patriotic Millionaires UK e indirizzate a finalità totalmente diverse dalla sanità pubblica, come proposto dal movimento. Il loro impatto sarà limitato nel tempo e non produrrà alcun effetto significativo su settori fortemente in crisi e che richiederebbero forti iniezioni di denaro per sopportare i costi della conversione ecologica e tecnologica.

Chissà per quanto tempo ancora il Regno Unito potrà fare a meno di una giusta tassazione delle ricchezze. Un interrogativo molto simile, del resto, peserebbe anche sul nostro paese, ma il governo continua a fare proprio come se niente fosse.

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