Quando, il 28 settembre del 2018, abbiamo dato ufficialmente il via all’avventura di People, il libro che abbiamo scelto come nostro primissima pubblicazione è stato "Il capitale disumano", una severa denuncia della vergogna dei decreti sicurezza salviniani, e delle nefande conseguenze che avrebbero avuto non solo sulla pelle già martoriata dei migranti, ma anche sul nostro stesso paese, sul suo tasso di libertà e di democrazia.
Lo abbiamo fatto perché da subito abbiamo voluto essere una causa editrice, nata con lo scopo di raccontare con lo sguardo fieramente indipendente i cambiamenti in corso nella nostra società.
Lo abbiamo voluto fare tramite i libri (e poi le riviste, e ancora i podcast) perché ritenevamo che fosse necessario un pensiero lungo, che guardasse oltre la contingenza dell’ultimo ciclo di news, che fosse frutto di una meditazione meno superficiale. Lo abbiamo voluto fare dando voce a chi era protagonista - spesso inascoltato, spesso esordiente - delle storie che volevamo raccontare, e mettendoci al fianco nomi di assoluto rilievo e richiamo, che ci hanno generosamente dato contributi mai banali, e a cui nel tempo si sono aggiunti titoli esteri fondamentali a darci uno sguardo più ampio e aperto sul mondo.
Lo abbiamo fatto perfettamente consapevoli che l’indipendenza e il rifiuto categorico di avere padroni e di aderire a consorterie ci avrebbero reso il cammino più duro, in un sistema limaccioso che predilige l’accentramento, e che in questi cinque anni ha subito anch’esso diversi mutamenti cui avremmo preferito non assistere.
Già, cinque anni. Un lustro. E proprio come i censori - ci perdonerete il riferimento, ma d’altro canto uno di noi tre si chiama Catone - ogni cinque anni dopo la lustratio chiudevano il censimento con cui registravano i cambiamenti nella loro società, così noi in questi cinque anni abbiamo raccontato cambiamenti profondi, e altri che invece non ci sono stati affatto. Soprattutto sono mancate le risposte ai cambiamenti che tutti possono osservare, per primi quelli del clima, uno dei temi che abbiamo messo al centro delle nostre pubblicazioni. E ancora, dopo cinque anni in cui dalle pandemie, alle crisi politiche, sociali ed economiche, alle guerre, ci ritroviamo a dover raccontare - con "Stranieri per sempre", il nuovo libro di Giuseppe Civati - come il nostro paese sia persino cambiato in peggio, nel suo atteggiamento nei confronti delle grandi migrazioni che sono un altro di quei segni del nostro tempo che ha molto a che fare col cambiamento climatico e più in generale con quella grande “transizione matrioska” in cui tutti i mutamenti si tengono assieme.
In questi cinque anni - quando ci è stato permesso - abbiamo creato anche moltissime occasioni di incontro con voi, le nostre lettrici e i nostri lettori che ormai non siete più venticinque e forse non lo siete mai stati, a rivedere le foto di Arona, sede del primo di tanti PeopleFest, che hanno visto le nostre autrici e i nostri autori dialogare con voi dal Lago Maggiore a Verona, da Torino a Roma, da Padova a Trento e a Brescia, e in futuro chissà.
Perché non abbiamo certo intenzione di fermarci - anche se ogni tanto ci piace annunciare l’imminente chiusura dei battenti, tra il serio e il faceto - e basta guardare proprio ai nostri eventi, che nel mese di ottobre ci vedranno un po’ in tutta Italia - e in un solo weekend contemporaneamente a Milano, Napoli, Torino, Genova e Reggio Emilia -, e al nostro catalogo, con novità una o due volte a settimana e che da qui a Natale riempiremo di titoli che siamo sicuri accoglierete con entusiasmo, dal nuovo Pennacchi a Riccardo Cucchi, dal nuovissimo libro di Civati a Tartarotti, da titoli internazionali come Negazione a storie italiane di migrazione e cittadinanza come quelle di Nathan Kiboba e Marilena Umuhoza Delli, e molte altre sorprese di cui non vediamo l’ora di parlarvi.
Dopo questa nostra personale lustratio - si parva licet - dell’orgoglio per quanto fatto finora, noi siamo già pronti a raccontare i cambiamenti dei prossimi cinque anni, e nel festeggiare questo compleanno abbiamo deciso come sempre di fare noi a voi un regalo - anzi, due - perché se dopo cinque anni siamo ancora qui a scrivere la milionesima newsletter è solo in virtù del sostegno che ci date, e di cui vi siamo davvero grati più di quanto possiate immaginare.
Al prossimo lustro!
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